I mesi di agosto e settembre 1944 videro intensificarsi la lotta clandestina nella pianura ravennate, con numerosi attacchi e sabotaggi alla truppe d'occupazione, ma si riscontrarono qui anche le più sanguinose repressioni ad opera dei nazifascisti.
Nella notte del 1 settembre a Solarolo, nei pressi del ponte sul Senio, si ebbe uno scontro fra partigiani e tedeschi in seguito al quale tre di questi alla fine rimasero uccisi. Il giorno successivo fu ordinato dai nazisti un grande rastrellamento nelle campagne circostanti con l'intento di arrivare ad una esecuzione esemplare.
Furono catturati nove giovani contadini, condotti alla sede della Brigata Nera a Villa San Prospero dove subirono un sommario interrogatorio tra minacce e torture.
Il pomeriggio stesso furono tutti impiccati lungo la via Felisio e tenuti a lungo in macabra esposizione.
La testimone dell'evento Tosca Banzola recatasi sul posto così descrisse l'evento:
Lungo la strada che porta a Solarolo, appesi ai pali del telefono, nove corpi, orrendamente seviziati, erano esposti al sole. Alcuni, per rottura dei legacci, giacevano a terra. Vidi occhi tolti dalle orbite, crani e mandibole spaccati, natiche affettate. Intanto quattro fascisti in divisa, che si tenevano a braccetto, passeggiavano cantando canzoni oscene. Più in là, all'ombra di un albero, una tavolata imbandita con avanzi di cibo e bottiglie di vino.
Il monumento a ricordo delle vittime, inaugurato il 13 ottobre 1974 alla presenza dell’on. Benigno Zaccagnini, è opera del celebre scultore e ceramista faentino Carlo Zauli.
Localizzazione: Solarolo (RA), Piazzale antistante la Chiesa di Santa Maria in Felisio, incrocio Strada Provinciale 22 con Strada Provinciale 7.