Guerra e Resistenza a Faenza

Con l’avvicinarsi del fronte verso il Nord Italia, la situazione di Faenza si fa sempre più delicata.

Dopo la partenza degli uomini abili alle armi, dopo le trasformazioni prodotte dalla guerra in campo sociale ed economico, un’ulteriore, profonda, modifica si ebbe con l’inizio dei bombardamenti sulla città. L’Italia entra in guerra il 10 giugno 1940, ma è solo nel maggio del 1944, con i primi poderosi attacchi aerei, che la città manfreda viene drasticamente segnata dal conflitto. Pochi immaginavano che Faenza, una città di piccole dimensioni, potesse essere oggetto di importanti attacchi aerei col fronte ancora a sud di Roma, ma l’essere un nodo ferroviario tra l’est e l’ovest e tra nord e sud rese il centro romagnolo bersaglio di imponenti bombardamenti, strategici e, con l’avanzare del fronte, tattici.

L’assalto alla “Linea gotica” segna l’avvicinamento della guerra terrestre verso la Romagna.

Dopo la liberazione di Rimini (21 settembre 1944) ci si aspettava che il fronte militare attraversasse la città a breve. Non sarà così: la spasmodica attesa si protrarrà fino a dicembre. Il fiume Senio, tra Faenza e Castel Bolognese, rimarrà poi, fino all’aprile 1945, il confine tra le truppe nazifasciste e quelle alleate, con tutte le conseguenze del caso.

 

Come hanno scritto Casadio e Valli: «I numerosi cimiteri di guerra alleati sparsi in molte località della Romagna ed il grande cimitero tedesco al passo della Futa stanno a dimostrare l’asprezza dei combattimenti. Anche fra i civili ci furono molte vittime sia per i bombardamenti aerei che per il coinvolgimento nei combattimenti terrestri[1]».

Le relazioni comunali, scritte all’indomani della Liberazione, tratteggiano una situazione disastrosa, sotto diversi punti di vista. Esemplare la situazioni abitativa: «La città, dal maggio decorso, fu sottoposta a continui, violenti bombardamenti (90 incursioni). I cannoneggiamenti per la presa della città aggravarono i danni già grandi ai fabbricati urbani che si possono valutare: 35% case distrutte, 25% case gravemente danneggiate, 20% case parzialmente danneggiate[2]» Con danni ancora peggiori nelle zone rurali dove si svolsero i combattimenti[3]. Simile è la situazione economica: tutti i settori produttivi sono incapaci di riprendere l’attività a causa dei numerosi danni che hanno piegato la città durante gli scontri.
 
[1]Enzo Casadio e Massimo Valli, La battaglia di Faenza. Immagini e vicende di guerra tra il 1944 e il 1945, Bacchilega Editore, Imola 2004, p. 10
[2]Archivio di Stato di Ravenna - sezione di Faenza. Carteggio Comune di Faenza 1945 - busta 16 -Cartella relazione sulla situazione del comune al 15 gennaio 1945
[3]Archivio di Stato di Ravenna - sezione di Faenza. Carteggio Comune di Faenza 1945 - busta 17 - relazione sui danni di guerra sofferti dalla città di Faenza del 30 maggio 1945 redatta da ufficio tecnico comunale

Crediti

Questo lavoro non sarebbe stato possibile senza la squisita disponibilità e generosità di Enzo Casadio. Enzo, non ha solo studiato insieme a Massimo Valli la storia della nostra città, ma si è reso disponibile per divulgare il frutto di anni di ricerche in tutte le classi aderenti al progetto. A lui va il nostro più sincero grazie.

 

Ringraziamo calorosamente:

 

Angelo Emiliani, Franco Conti e Alberto Fuschini (Anpi Faenza)

Laura Orlandini (Archivi del ‘900)

Chiara Cenni e Daniela Simonini (Biblioteca Comunale Manfrediana)

Nicolò Bosi e Massimo Isola (Comune di Faenza)

Gian Marco Magnani (Fototeca Manfrediana)

Silvana Silvagni e Sandro Bassi (IAT di Faenza)

Giuseppe Masetti e Marco Serena (Istituto Storico della Resistenza e dell’età contemporanea in Ravenna e Provincia)

Luisa Cigognetti (Istituto Storico Parri)

Aldo Ghetti e tutto lo staff del Museo del  Risorgimento e dell’età contemporanea di Faenza

Pietro Bandini, Maria Federica Baroncini, Renzo Bertaccini, Paola Bubani, Leonardo Bulzaga, Franca Serena Ferniani, Don Marco Ferrini, Elvira Galiffa, Mariapaola Gualdrini, Don Luigi Guerrini, Carlo Raggi e Gabriele Sani.

Tutti i colleghi coinvolti nei lavori:

Davide Bandini, Giuseppe Borracci, Fernanda Brancatelli, Francesco Chiari, Natascia Girelli e Gabriella Principalli.

Le fotografie a colori sono state realizzate dagli studenti sotto la supervisione del prof. Francesco Neri.

Gli alunni delle classi aderenti al progetto:

VA design: Asad Jannat Khan, Asavei Alexandra, Ballanti Lorenzo, Boughanmi Sirin, Casalini Giulia, Cicognani Emanuele, Del Prete Antonella, Giacomoni Luca, Gjeloshi Marinella, Hu Li Quing, Hu Li Yao, Hull Joaquin Francesco Vicente, Jodice Divo Guevara, Li Ye Susana Quinjin, Parra Martina, Pasotti Luca, Romana Sara, Sartoni Nicolò, Suzzi Gioele

VA agro: Alberghi Filippo, Emiliani Luca, Faccani Luca, Folli Andrea, Ghetti Lorenzo, Ghirardini Manuel, Gieri Lorenzo, Lazzari Giulia, Magnoli Riccardo, Mordenti Lorenzo, Pezzi Andrea, Piazza Anna,
Pompignoli Davide, Rontini Raffaele, Samorè Alex, Sangiorgi Nicola, Shepetja Keyzy, Sturino Anna, Todaro Simone

VB agro: Balzani Fabio, Bassi Mario, Belinelli, Alessandro, Bertapelle Greta, Castellani Alessia, Falconieri Jacopo, Farneti Simone, Fortin Xenya, Frassineti Gianmarco, Guerrini Emanuel, Lippi Matteo, Maretti Lorenzo, Mini Stefano, Nacca Dylan, Piani Sara Sofia, Santucci Luca, Tura Filippo, Verlicchi Matteo

Il progetto è stato coordinato dalla prof.ssa Antonella Prencipe e dal prof. Enrico Gaudenzi,

Si ringrazia per la collaborazione il DSGA del nostro Istituto, dott. Pasquale Errichiello e il Dirigente Scolastico, dott. Daniele Gringeri.

 

Il progetto ha ricevuto il contributo della rete di ConCittadini della Regione Emilia Romagna.


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