L’attività partigiana nella Bassa parmense fu soprattutto quella della 78a brigata Garibaldi S.A.P. comandata, a partire dall’estate del 1944, da Annibale Ballarini “Bongiorno”.
San Secondo ne divenne centro organizzativo e strategico. Chi operava nelle Squadre d’Azione Patriottica lo faceva alla luce del sole, dividendosi tra il lavoro e l’iniziativa partigiana.
Le sponde dei fiumi Taro, i casolari, i tanti angoli nascosti dei campi e le case di delle famiglie antifasciste divennero ben presto luoghi di riunioni per pianificare le azioni e lo sviluppo del movimento partigiano. Tutto ciò nonostante la presenza in paese della Brigata Nera e di un comando tedesco di stanza nella Rocca .
Nel febbraio del 1945 la brigata è costretta ad abbandonare la pianura, lasciando dietro di se piccoli nuclei di sappista. Gli arresti e le torture sui patrioti catturati avevano dato i loro frutti e la rete cospirativa era in grave pericolo. Venne deciso il trasferimento della brigata in montagna in Val Ceno, prima a San Vittore (Salsomaggiore) poi a Pione di Bardi. Numerosi quelli San Secondo inquadrati nel distaccamento “Gardini” e nel neo-costituito “Pattini” in onore del partigiano Giacomo Pattini ucciso dai fascisti.
A San Secondo e nella Bassa l’attività partigiana e sappista comunque non cessò.
Drammatici gli ultimi giorni di guerra con le truppe tedesche in ritirata pronti a colpire anche civili pur di raggiungere il più in fretta possibile il fiume Po. Molti gli abitanti uccisi in quei giorni, tra questi il piccolo Romano Guasti uscito di casa per osservare i mezzi militari.