In pianura è esercitata una costante azione repressiva da parte dei nazisti e dei fascisti: i primi perché vedono ostacolati i loro movimenti verso il fronte, la sicurezza nelle retrovie e le azioni di requisizione di prodotti agricoli e industriali, i secondi perché non riescono a consolidare il controllo del territorio e affermare la loro autorità. Questa azione repressiva si traduce in rastrellamenti di porzioni di territorio per circondare e eliminare i gruppi partigiani, e in rappresaglie compiute mediante fucilazioni o impiccagioni indiscriminate.
È il caso, tra i tanti, dell’impiccagione di cinque partigiani in un viale della circonvallazione di Mirandola, avvenuta il 22 febbraio 1945, per vendicare l’uccisione di un soldato tedesco, probabilmente ucciso da un proprio commilitone. I corpi dei cinque partigiani, prelevati dalle carceri di Modena, vengono lasciati appesi ai platani per alcuni giorni, ben visibili alla cittadinanza. Sui medesimi alberi, nel dopoguerra, sono state collocate le targhe commemorative che oggi, dopo l’abbattimento delle piante per ragioni fitosanitarie, sono state trasferite su altrettanti pali collocati nel medesimo luogo.