Uno degli episodi di rappresaglia antipartigiana che ha sempre destato forte indignazione nella Bassa Romagna per la giovane età delle vittime è quello relativo alla soppressione di sette gappisti trucidati lungo il fiume Senio nell’autunno 1944. Erano tutti ragazzi giovanissimi, legati clandestinamente al Fronte della Gioventù, arrestati nella zona del Lughese tra il 23 e il 24 ottobre del 1944. Poco più che adolescenti, animati dalla ribellione antifascista, si erano impegnati fino ad allora in azioni di sabotaggio e di recupero armi per aiutare la resistenza locale. Prelevati in nove dalle loro abitazioni, con un rastrellamento ben pianificato ad opera dei militi della Brigata Nera, furono portati dapprima nella Casa del Fascio, dalla quale uno riuscì ad evadere, poi detenuti e torturati nella Rocca di Lugo per qualche giorno.
La mattina del 25 ottobre uno di loro, Carlo Landi, venne trovato massacrato sulla scalinata d'ingresso della Rocca. Poi i brigatisti, dopo aver rapinato tutto il denaro contante della Banca d'Italia, consegnarono gli ostaggi ai tedeschi e si diedero alla fuga verso Nord. Mentre le famiglie dei ragazzi, convinte che fossero stati presi dalla TODT, continuavano ancora a portare cibo e vestiti di ricambio al custode delle carceri, all'alba del 26 ottobre i tedeschi condussero i sette ragazzi rimasti sull'argine del Senio e lì, legati a gruppi, li fucilarono con una mitragliatrice contraerea, a poche centinaia di metri dal ponte della San Vitale, occultandone i corpi nel fiume. Solo il 2 dicembre '44 si verrà a conoscenza della strage per il ritrovamento del corpo del più giovane, Giorgio Folicaldi: non aveva ancora compiuto 16 anni. Poco dopo la fine del conflitto, il 30 maggio del '45 nel Senio furono rinvenuti i corpi di Berdondini, Dalmonte e Montanari, mentre degli altri tre non fu più possibile recuperarne i resti.
Localizzazione: argine destro fiume Senio in prossimità del Ponte della Statale 253 San Vitale.