Il secolare e centralissimo palazzo apparteneva ai conti Pasolini Dall’Onda fin dal 1612. Agli inizi dell’Ottocento era stata ristrutturata del tutto la sua facciata su piazza XX settembre ed era stato ampliato il parco interno.
Nel 1826 Giacomo Leopardi vi era venuto a cercare moglie per il fratello e da sempre questa sede veniva usata come residenza periferica dalla famiglia dei conti, imparentatisi con i principi Borghese ai primi del Novecento.
Nel 1944 la contessa Caterina accolse in questo palazzo oltre 70 profughi dalle sua tenute di campagna, con circa venti bambini e alcuni notabili della città, fiduciosi nelle robuste mura dell’edificio ed in un rifugio blindato che si affollava all’inverosimile durante i bombardamenti, che danneggiarono anche 14 stanze del palazzo.
Nell’autunno 1944 la stessa contessa Caterina si mobilitò, con missive e conoscenze personali, per la salvaguardia dei monumenti ravennati presso la Santa Sede, l’Istituto Germanico di Storia dell’Arte di Firenze ed i Comandi Alleati, affinché fossero sospesi i bombardamenti sul centro della città.
A liberazione avvenuta il palazzo fu conteso dalle autorità alleate per collocarvi uffici e alloggi di ufficiali.
Alla fine la residenza fu requisita dal Governatore civile della città maggiore Zervudaki e dal Comando del I Corpo d’Armata canadese.