La ricca biblioteca che la vedova dello scrittore Alfredo Oriani donò nel 1927 alla comunità di Casola Valsenio per la villa del Cardello, fu denominata in seguito Biblioteca del Fascismo e più tardi Biblioteca Mussolini, per raccogliere testi di storia politica e contemporanea. Quando il 13 settembre 1936 fu completato l'edificio attualmente in via Corrado Ricci, in occasione della solenne inaugurazione della zona dantesca, prese corpo una delle principali istituzioni culturali di Ravenna e della Romagna, non solo per la produzione di regime.
Dall'arrivo degli Alleati l'ultimo piano dell'edificio accolse le prime riunioni del Comitato di Liberazione Nazionale, sotto la presidenza di Benigno Zaccagnini, che prevedeva due rappresentanti per ognuno dei partiti politici del tempo.
Paolo Massaroli, insieme a Zaccagnini, per la D.C., Mario Morigi e Gaetano Verdelli per il P.C.d'I., Celso Cicognani e Aldo Spallicci per il P.R.I., Luigi Fietta e Camillo Garavini per il P.S.I., Bruno Biral e Aurelio Macchiorro per il P.d'A., l'anarchico Ulisse Merli per il Movimento Libertario.
Il Comitato designò senza difficoltà il Sindaco pro tempore nel repubblicano Riccardo Campagnoni, in attesa delle elezioni amministrative che si sarebbero tenute nella primavera del 1946, ma discusse a lungo con il Comando Alleato le nomine delle altre cariche cittadine, guidando la ricostruzione, i soccorsi più urgenti e la rinascita della vita democratica fino all'estate del 1946.