L’ala nord dell'antico complesso benedettino di San Vitale fu trasformata, con le soppressioni napoleoniche del 1789, in caserma militare fin dai primi dell'Ottocento.
Intorno al 1887 subì sostanziali modifiche per divenire la sede ufficiale del 28° Reggimento di Fanteria, che insieme al 27° Reggimento di stanza a Forlì, costituiva la Divisione Pavia, col Comando in via Cavour e la truppa alloggiata in parte qui e in parte nella Caserma Garibaldi, accanto a Porta Nuova, per un totale di circa 3.000 uomini.
Durante il ventennio fascista la Caserma di San Vitale cambiò nome in Gorizia, in omaggio alla città friulana conquistata proprio dal 28° Reggimento.
Durante l’occupazione del 1944 la caserma di San Vitale fu tenuta dai tedeschi, che contavano così di porsi al riparo dai bombardamenti alleati, per l'immediata vicinanza alla Basilica di San Vitale e al Museo Nazionale.
La contessa Caterina Pasolini Borghese intervenne presso il Comando germanico, senza esito, affinché l'edificio fosse smilitarizzato, ma fortunatamente non venne colpito. Dal 1945 al 1951 la caserma fu abitata da profughi e senzatetto; solo nel 1968 quest'edificio giunse nelle disponibilità demaniali ed oggi è sede dell'Archivio di Stato, Sezione di Ravenna.