Un tempo si chiamava Piazza Alighieri, solo dal 1938 ha preso il nome di Piazza Garibaldi ed è oggi lo spazio che conserva numerose memorie del tempo di guerra.
La sera dell'8 settembre 1943, alla notizia dell'Armistizio, il giovane tenente Arrigo Boldrini momentaneamente a Ravenna in licenza, si era recato al bar della piazza attigua per incontrare alcuni amici antifascisti. Ma una folla cominciò a concentrarsi in questa piazza; allora sollecitato dai conoscenti Boldrini salì sul monumento e tenne un breve discorso per invitare tutti a non credere nella fine della guerra, ma a prepararsi invece contro l' imminente invasione tedesca.
Interviene la polizia per disperdere i dimostranti e solo la prontezza dell'operaia Lina Vacchi riuscì a sottrarlo all'arresto fuggendo sulla propria bicicletta.
Dopo 11 mesi Lina Vacchi sarà impiccata per rappresaglia dai fascisti al Ponte degli Allocchi e dopo 17 mesi, su questa stessa piazza da cui era fuggito, Arrigo Boldrini riceverà la Medaglia d'Oro al V.M. dal generale McCreery comandante dell' VIII Armata britannica, per aver guidato vittoriosamente la battaglia delle Valli.
Sarà la prima medaglia d'oro al V. M. concessa ad un partigiano vivente.
Sulla piazza, ai muri dei palazzi circostanti, si trovano anche le lapidi alla memoria di don Giovanni Minzoni, il parroco ravennate di Argenta ucciso dai fascisti il 23 agosto 1923, una a ricordo delle 946 vittime civili di guerra in provincia di Ravenna, dei patrioti risorgimentali, dei 64 ebrei deportati da tutta la provincia nel gennaio 1944, ai 45 soldati volontari della Brigata Ebraica qui caduti e agli 86 B.C.M., cioè Bonificatori Campi Minati della Romagna, periti in seguito alle esplosioni nel tentativo di rendere nuovamente coltivabili le campagne sui cui erano nati.