Giunti a Barriera Genova, tradizionale porta di ingresso della città, si trova il luogo reale e simbolico dell'inizio e della fine della Resistenza piacentina.
Due lapidi, una sul muro di cinta dell'Ospedale militare e l'altra a fianco dell'edificio dell'ex GIL (Gioventù Italiana del Littorio) progettato dall'architetto Luigi Moretti e attuale sede del Liceo Scientifico “L. Respighi”, ne commemorano le vittime, rispettivamente i militari e i civili dell'eroico 9 settembre 1943 e i partigiani (tra cui il diciottenne Giorgio Gasperini) ivi caduti in combattimento il 26 aprile 1945. In quei giorni, mentre tedeschi e fascisti in fuga dall'avanzata alleata lungo la Via Emilia cercavano di mettersi al sicuro oltrepassando il Po, i partigiani delle SAP si ponevano a protezione degli impianti cittadini.
Una foto storica dei fratelli Manzotti fissa l'imbocco del Corso con gli uomini dell'8a Brigata della Divisione Piacenza la mattina del 28 aprile 1945, quando, dopo tre giorni di combattimento alle porte della città, tutte le Divisioni partigiane scese dalle vallate liberano la città in collaborazione con la 93a Divisione americana proveniente dalla Via Emilia parmense.