Circa 20.000 uomini costituivano la forza di occupazione stanziata nelle tre province di Piacenza, Parma e Reggio Emilia.
I tedeschi cercavano di mantenere il controllo del territorio che gli era duramente conteso dai partigiani, in particolare sulle vie di comunicazione per proteggere i rifornimenti e la libertà di movimento. Si assicuravano il prelievo di quote alimentari tratte dagli ammassi obbligatori e ottenevano la collaborazione della Repubblica Sociale Italiana (RSI) per incettare forza lavoro: tanto di quella da utilizzare localmente, per il funzionamento delle infrastrutture di interesse militare, che della manodopera da inviare in Germania per il lavoro coatto.
Anche gli organi di polizia e i corpi militari della RSI destinati alla repressione dei “nemici della Germania” erano coordinati dai tedeschi, che partecipavano con propri uomini alle operazioni e attuavano le azioni più estese con imponenti contingenti della Wehrmacht e con l'ausilio di collaborazionisti fascisti. Infine, prendevano in consegna i prigionieri politici e razziali e ne decidevano la sorte. Alla fine della guerra si può ipotizzare che il contingente tedesco di occupazione ebbe dai 300 ai 500 caduti.