La Caserma Farnese ospitava anche il Distretto militare a cui si dovevano presentare i giovani delle classi 1923-1926, chiamati alle armi dai numerosi e sempre più perentori bandi di leva che la Repubblica Sociale Italiana promulgò dal novembre '43 per costituire un proprio esercito, avviare gli uomini al lavoro obbligatorio e accontentare le richieste di manovalanza dei tedeschi.
Nemmeno la minaccia della pena di morte servirà a ridurre il numero dei renitenti alla leva e dei disertori che, dopo pochi giorni in caserma, fuggono nelle bande partigiane. A Piacenza ci furono fermenti operai contro la coscrizione obbligatoria, mentre gli oppositori al regime diffondevano volantini sovversivi che incitavano a sottrarsi alla leva, e la popolazione spesso accoglieva con rancore i militari a caccia dei precettati. Renitenti e disertori vengono nascosti dalle famiglie, nonostante le dure sanzioni che prevedono arresto, fermo del capo famiglia, ritiro carte annonarie, revoca delle licenze di esercizio, ritiro degli apparecchi radio, triplicazione imposte comunali ed altre misure repressive .
Attualmente Palazzo Farnese ospita i Musei Civici e l'Archivio di Stato, con importanti fondi del periodo bellico.
Irriverente parodia dell'inno fascista Giovinezza cantata dai giovani partigiani piacentini, dal CD Noi siam nati chissà quando chissà dove