Attraverso l'Aperta del Castello si giunge in Via Taverna. La targa all'interno della Cooperativa Lupi al civico 137 ricorda l'uccisione, nel 1922, del giovane Gaetano Lupi ad opera di squadristi locali e la reazione degli Arditi del Popolo (formazione di difesa proletaria) del “Battaglione Cantarana”, un gruppo di coraggiosi antifascisti guidati da Emilio Canzi, il futuro Comandante unico della Resistenza piacentina.
A metà del '22 le squadre fasciste avevano già fatto 19 morti e centinaia di feriti, devastato e incendiato cooperative, Case del Popolo, sezioni socialiste, leghe sindacali e giornali di partito e infine costretto a dimettersi con l'intimidazione e la forza 21 Amministrazioni comunali socialiste. Il rione di Cantarana (dietro a Via Taverna), “covo” degli Arditi del Popolo fu investito dal “piccone risanatore” del regime fascista, che sulla vecchia struttura edificò il quartiere popolare Costanzo Ciano (nell'immagine in una cartolina d'epoca).
Il tentativo di “risanare” anche l'antifascismo popolare non riuscì: nel 1944, la Guardia Nazionale Repubblicana (GNR) trovò una base partigiana clandestina, sequestrò manifesti e volantini, arrestando i sospetti per attività cospirativa.
In Cantarana era nata anche la staffetta partigiana Medina Barbattini, un'operaia dell'Arsenale militare arrestata nell'estate del '44 dall'UPI fascista e deportata come politica all'età di 21 anni nel lager femminile di Ravensbrück.