Su questo passo, a 917 metri di altitudine, a cavallo tra la val Nure e la val d'Arda, si consumò uno degli eventi più tragici della Resistenza piacentina che, come quello di Rio Farnese (Bettola), va collocato nel contesto del “grande rastrellamento invernale” che spazzò in due fasi distinte tra la fine di novembre '44 e il gennaio '45 la nostra provincia investita dalla 162ª Divisione tedesca Turkestan, i temibili “mongoli”.
Il rastrellamento decretò lo scioglimento delle formazioni della Resistenza e la fine delle attività per due mesi; oltre 200 furono i partigiani caduti in combattimento o fucilati, 80 i deportati nei lager di Flossenbürg, Mauthausen o internati a Bolzano; centinaia i feriti. Le formazioni partigiane, ben assestate su due terzi del territorio, dopo la capacità di reazione dimostrata in estate, sono pieni di fiducia ed entusiasmo, ma non c’è stato il tempo di addestrare i molti nuovi arrivati dell’estate, le armi insufficienti e inadeguate, scarsa è la collaborazione con i comandi delle zone partigiane limitrofe e le vaste zone “libere”, con i depositi di rifornimenti alimentari per l’inverno, determinano l’esigenza di tenere posizioni spesso indifendibili.
L'offensiva tedesca di novembre-dicembre sul piacentino e quella di gennaio sul parmense è imponente: interessati 21.000 uomini almeno, metà dei quali direttamente impiegati nelle operazioni di attacco ben equipaggiati, mezzi pesanti e supporto dell'aeronautica. Il 4 dicembre 1944, un'autocolonna di 60 partigiani proveniente da Morfasso della Divisione garibaldina “V. Bersani”, che si dirigeva sul passo ritenendolo libero, veniva sorpresa e mitragliata da una colonna appiedata tedesca poco numerosa (70 uomini circa), che consolidava la presenza nella zona destra del Nure.
L’epilogo è tragico: 44 caduti, considerando anche i morti dei giorni successivi, 8 arrestati, 3 partigiani inviati in Campo di concentramento. Tra i morti una delle più combattive partigiane delle nostre formazioni: la maestra Luisa Calzetta, la “Tigrona”. Poco distante nei pressi di Morfasso, primo comune libero nel maggio 1944, sorge il Museo della Resistenza piacentina di Sperongia, inaugurato il 25 aprile 2009 (http://www.resistenzapiacenza.it).