La fucilazione di Ponte Carattoni, poi detto Otto Martiri, è l'ultimo atto della scia di sangue dei tragici giorni che seguono l’eccidio di Fragheto.
La mattina dell'8 aprile 1944 i prigionieri catturati a Capanne e portati in quella tragica via Crucis per tutto il giorno precedente, sono condotti sul greto del fiume Senatello e lì fucilati.
La decisione dei comandi tedeschi era quella di portare i prigionieri in Germania, ma sono gli italiani a reclamare la loro fucilazione, tra cui anche il commissario prefettizio di Pennabilli Flaminio Mainardi. Accade un episodio inaspettato: uno dei fucilati non è colpito a morte, dopo qualche minuto si alza e incomincia a urlare. Armando Altomare, che aveva falciato con il mitra i malcapitati, conclude il lavoro uccidendolo e poi straziando i cadaveri lanciando bombe a mano.