montagna

La Resistenza in montagna

Cervarolo di Villa Minozzo (RE), 20 marzo 1944

Dopo la sconfitta subita a Cerrè Sologno del 15 marzo 1944, i nazifascisti mettono in atto un piano di ampio respiro per debellare le formazioni partigiane reggiane e modenesi. I paracadutisti della prima divisione “Hermann Goëring” si abbandonano ad una settimana di violenze e di massacri a danno delle popolazioni dei monti tra Reggio Emilia e Modena. Sul fronte reggiano, i borghi di Civago e Cervarolo vengono considerati rifugi abituali dei “ribelli”, ma i tedeschi giunti sul luogo, non trovano altro che gli abitanti terrorizzati. Gli uomini della “Goëring” avevano l'ordine di fucilare sul posto tutti gli uomini in età di leva e di dare alle fiamme le presunte basi dei banditi. Il 20 marzo 1944 il paesino di Cervarolo viene accerchiato dai tedeschi e da reparti fascisti, per poi essere incendiato. Dopo ore di attesa all'addiaccio, nell'aia centrale del borgo vengono uccisi dalle mitragliatrici 23 uomini, tra cui l'anziano parroco don Battista Pigozzi. 

Cervarolo ospita oggi una composizione monumentale a ricordo della strage, che comprende una lapide del 1945 sul caseggiato, una posta nel 1955 sull'aia e una terza, bilingue, scoperta nel 1987. Alle vittime è dedicato anche un ossario, inaugurato nel 1964, nel locale cimitero.


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