Filippo Gasperoni, comunista, nacque a Cesena il 1° aprile 1907. Nel 1925 emigrò in Argentina, ma nel 1933 tornò in Italia e un anno più tardi, durante il servizio di leva, venne condannato dal Tribunale speciale per offese al Duce. Terminato il periodo di detenzione rientrò in servizio ma poco dopo disertò in Jugoslavia. Per questo al suo ritorno in patria venne condannato dal Tribunale militare e scontò la pena a Gaeta. Congedato, dopo la detenzione tornò a Bagnile e trovò lavoro presso l’industria alimentare Arrigoni di Cesena in cui era presente un’importante cellula antifascista. Qui, in seguito ad un diverbio con un collega in merito alla guerra civile spagnola, venne condannato a due anni di confino che scontò a Pisticci (Matera). Dopo la caduta del fascismo la sua casa di Bagnile divenne un punto di riferimento per i primi gruppi partigiani che avrebbero poi dato vita alla 29ª Brigata GAP "Gastone Sozzi". Gasperoni prese parte ad alcune azioni, fra cui la manomissione di un tratto di ferrovia a Cervia, e venne più volte ricercato dai nazifascisti. In una di queste imboscate riuscì a fuggire, ma venne arrestato il padre, che, ammalatosi in prigione, morì dopo la scarcerazione. Il funerale ebbe luogo il 20 aprile 1944: Filippo volle partecipare e dormire in casa, ma la scelta gli fu fatale, perché venne arrestato, tradotto nel carcere di Forlì e fucilato l'8 giugno successivo.
Testimonianze di Prima Brighi, Mara Valdinosi, Attilio Pirini ed Elmo Giorgini dal documentario “A Bagnile vivevan gli eroi”