Nel primo dopoguerra la vita politica di Comacchio, forte della tradizione garibaldina, si caratterizza per un’intensa vita democratica. C’è la presenza attiva del Partito Repubblicano e del Partito Popolare. La maggioranza del Consiglio Comunale è socialista. Il fascismo locale, organizzato soprattutto da proprietari terrieri, non ottiene mai un consenso popolare e per sedare il movimento antifascista. Si serve soprattutto di squadristi di Lagosanto e Codigoro. Il Consiglio Comunale di Comacchio è stato l’ultimo della Provincia a dimettersi sotto la minaccia fascista. Addirittura, durante il ventennio fascista non venne mai nominato il Podestà e il Comune fu retto da commissari prefettizi. I beni e il patrimonio municipale furono persino saccheggiati attraverso alienazioni e vendite di favore.