Caio, montagna partigiana: la guerra, la morte e l'amore. Percorso B2

Monchio

Caio, montagna partigiana: la guerra, la morte e l'amore. Percorso B2

Le montagne, a guardia delle terre poco a poco sottratte al controllo dei nazifascisti, racchiusero e protessero i ribelli che le liberarono, dal Sillara all'Alpe di Succiso, passando per il Faggeto e per il Caio, montagna partigiana: teatro dei rastrellamenti sia del luglio che del novembre 1944, luogo di morte, di guerra, ma anche di incontri e d'amore. Perché la lotta dei ribelli delle bande fu possibile grazie al sostegno della popolazione contadina, che – a rischio di essere passata per le armi o di finire in Germania come manodopera per l'industria bellica del Reich – li nascose, li curò, li sfamò – condividendo quel poco che c'era – , qualche volta li maledisse e qualche volta li amò, sognando e progettando con loro di "costruire un'umanità senza più rabbia, serena, in cui si potesse non essere cattivi".

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