L’edificio in cui fu insediata la Casa del Fascio di Bagnile era stato in precedenza la sede del Circolo social-comunista, che fu assalito dagli squadristi il primo ottobre 1922 (la stessa sera dell’assalto al Circolo cattolico) e dato alle fiamme nella seconda incursione del 12 ottobre. Fu questo il punto di raccolta di quanti vennero catturati nel rastrellamento fascista del 29 aprile 1944. Qui, infatti, confluirono le colonne operanti e vennero radunati gli arrestati, fra cui giovani renitenti, o anche i loro parenti, tenuti in ostaggio quando il ricercato non si trovava in casa. Nessuno al vertice dei comandi partigiani fu arrestato visto che, avvisati per tempo, si erano messi in salvo oltre il confine cesenate dove non si spingeva l’operazione. Qui vennero uccisi Secondo Fusignani (21 anni), Valentino Morigi (21 anni) e Giorgio Bartolini (18 anni). Fusignani, renitente alla leva, fu ferito con una mitragliata al confine fra Pisignano e Bagnile e venne qui portato con la promessa illusoria di essere trasferito poi all’ospedale. Morigi, bersagliere che non si era più presentato dopo l’armistizio, fu catturato in un campo vicino a casa ed una volta a Bagnile fu obbligato, per uno scherzo macabro, a saltare quando venne ucciso. Bartolini, l’ultima vittima, era stato esonerato dal servizio militare; era diciottenne ma era ancora esile come un bambino. Venne freddato con un unico colpo di pistola.
Testimonianze di Elmo Giorgini, Dante Gardini, Primo Calbi e Mara Valdinosi dal documentario “A Bagnile vivevan gli eroi”
Testimonianze di Mario Benini, Giulia Budini, Umberto Lombardi e Prima Brighi dal documentario “A Bagnile vivevan gli eroi”