Percorso quasi tutto il corso Garibaldi, i dimostranti giunti in Piazzale Melozzo degli Ambrogi imboccano via Ripa, sede della Caserma Ferdinando di Savoia (durante la RSI denominata ‘Ettore Muti’), occupata dalle truppe del 38° Deposito Provinciale Misto e sede del Tribunale militare dove sono rinchiusi i nove giovani renitenti in attesa dell’esecuzione.
Qui con le donne in prima fila e i partigiani armati mimetizzati, la popolazione di Forlì fronteggia i cordoni di militi armati a difesa della caserma, chiedendo la liberazione dei renitenti e la fine della guerra.
Ormai tutte le strade circostanti la caserma sono gremite di dimostranti e le autorità fasciste sparano qualche colpo di arma da fuoco ferendo alcune donne, le quali non indietreggiano e costringono così il Presidente del Tribunale militare a ricevere una delegazione di manifestanti. La delegazione esce dalla caserma dopo aver ottenuto l’impegno, da parte del Presidente del Tribunale, di commutare la pena di morte in alcuni anni di detenzione, previo consenso del Prefetto di Forlì.
Subito dopo la diffusione della notizia, il corteo compatto prosegue verso la Prefettura attraverso via Piero Maroncelli. Oggi una lapide murata all'esterno della caserma ricorda i cinque giovani fucilati il 23 marzo 1944.