Il piano
L’VIII armata inglese e l’esercito tedesco erano separati dal Lamone.
Gli Alleati avevano ipotizzato di liberare la città sfruttando la zona monte. Dopo aver oltrepassato il fiume, le truppe si sarebbero dirette verso Pideura e l’Olmatello, per poi scendere verso la via Emilia e raggiungere il ponte sul fiume Senio, in modo da tagliare la ritirata della 26° Divisione Tedesca che occupava Faenza[1]. Il luogo più adatto all’attraversamento viene individuato nella zona di Quartolo,
«Dove gli argini erano più bassi ed il terreno si prestava meglio al movimento dei mezzi corazzati[2]».
Nei giorni precedenti la battaglia «Le pattuglie esploravano la linea del fiume alla ricerca dei punti migliori per l’attraversamento e per saggiare la consistenza delle difese nemiche[3]»
Il 3 dicembre del 1944, alle ore 19, ci fu l’attacco a Quartolo. I battaglioni della 128° brigata della 46° divisione, sfruttando un diversivo a sud e sul ponte della Castellina, riuscirono ad attraversare il fiume e si diressero verso l’Olmatello e Casa Poggio. Gli Alleati avevano costituito la testa di ponte oltre il Lamone.
La strada verso il nemico
Luigi Cesare Bonfante, sintetizza quello che avvenne la notte tra il 3 e il 4 di dicembre 1944, quando le truppe britanniche riescono ad attraversare il Lamone a Quartolo (Brisighella): «Nella notte tra 3 e 4, la 128° Brig. Della 46° Div. Brit. Attraversa il Lamone, presso il “Molinaccio” [oggi in via Lavezzana 6 - ndr], di fronte a Quartolo di Brisighella, mettendo un carro ARK sopra un altro. Il percorso degli inglesi scende da Sarna al Molinaccio, passa tra la casa e il capannone e scende al fiume, dove questo fa un’ansa verso est. I militari attraversano la strada dalla Carla o da Monte Vecchia (bivio dell’attuale Borgo Tuliero), dalla provinciale di Modigliana[1]».
Nel romanzo di Maria Federica Baroncini, Sale di pietra, Pendragon 2022 viene raccontato l’avvicinamento del fronte alla zona di Quartolo.
Ricerche a cura di Albergi Filippo, Folli Andrea, Ghetti Lorenzo, Gieri Lorenzo, Pezzi Andrea e Piazza Anna.
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[1] Enzo Casadio e Massimo Valli, La battaglia di Faenza. Immagini e vicende di guerra tra il 1944 e il 1945, Bacchilega Editore, Imola 2004, p. 53.
[2] Ibdidem.
[3] Enzo Casadio e Massimo Valli, La battaglia di Faenza. Immagini e vicende di guerra tra il 1944 e il 1945, Bacchilega Editore, Imola 2004, p. 54.
[4] Luigi Cesare Bonfante, La guerra nelle mie valli. Vol. II: Notizie relative al periodo 25 luglio 1943 -31 dicembre 1945, Tipografia Valgimigli, Faenza 2006, p. 1005.