Abbiamo preferito inserire il Faenza Commonwealth War Cemetery, rispetto a casa Mendicanta, la zona dove John Brunt ottenne la Victoria Cross, perché la leggibilità dei costi umani del conflitto traspare in maniera disarmante nel piccolo cimitero di Santa Lucia, così come l’importanza del sostegno internazionale alla lotta contro il nazifascismo, un contributo che vale sempre la pena di sottolineare e ricordare.
«His personal example and individual action were responsible to a very great extent for the successful repulse of these fierce enemy counter-attacks» - Supplement to the London Gazette of Tuesday, the 6th of February, 1945 - 8 February 1945 con le motivazioni della Victoria Cross postuma concessa a John Henry Cound Brunt.
L’unica Victoria Cross, la più alta onorificenza militare britannica, concessa per le azioni compiute durante la Battaglia di Faenza, venne assegnata al Capitano John Brunt.
Brunt rallentò il contrattacco tedesco nella zona di Celle.
John Brunt all’Ellesmere College
Grazie alla collaborazione con Ellesmere College, la scuola frequentata da Brunt, siamo riusciti a ricostruire parte della sua carriera scolastica.
Si iscrisse a scuola nel settembre 1934. House Prefect nel 1940. House colours 1940. Capitano della squadra di cricket 1940-4. Capitano della squadra di rugby 1940-41. Colours 1940-41. Capitano della squadra di hockey dal 1939 al 1941. Colours 1941. Sergente JTC 1941. Certificato A 1939-1940. Membro della Società Shakespeariana 1941. Lasciò la scuola nel 1941.
Dall’Ellsmere Magazine, la rivista dell'istituto, si possono evincere i suoi successi nello sport scolastico, culminati nella Giornata dello sport del 3 aprile 1941, durante la quale, John ottenne il primo posto nella corsa ad ostacoli, il secondo posto nella Corsa di un miglio, nel lancio del peso e nei 120 metri ad ostacoli e due terzi posti: nella corsa delle 880 iarde e nel lancio del disco.
Un breve profilo biografico venne pubblicato dopo la sua morte sulle colonne de The Ellesmerian:
«Questo brillante giovane soldato si arruolò volontario nell’esercito subito dopo la scuola. Diede prova di grande coraggio mentre era nei ranghi, rivelandosi non soltanto un eccellente soldato, ma anche un eccellente pugile (vinse molti campionati di reggimento), atleta e giocatore di rugby. Come caporale nel Q.O.R.W. Kent Regiment, era noto come allenatore sportivo. In seguito, ottenne buoni risultati come OCTU (Officer Cadets Training Unit), insieme a John Hickson (che perse la vita in mare). Non aveva spiccate capacità accademiche, ma come ufficiale, soprattutto come pattuglia e capo plotone, dimostrò subito il suo valore. Si trovava a Tunisi quando quella straordinaria battaglia venne vinta, e le sue frequenti lettere descrivevano in modo entusiastico le bellezze del Nord Africa. Venne ferito leggermente durante la battaglia tunisina e sicuramente riportò diverse ferite di lieve entità negli ultimi 2 anni. Prese parte agli sbarchi duramente contestati in Italia e ottenne la medaglia al valore M.C. per il suo coraggio. Celebrò il suo ventunesimo compleanno durante la dura battaglia a Nettuno. In seguito fece la rara esperienza di essere incaricato in una lunga spedizione da un corrispondente di guerra grazie alla sua abilità di pattugliatore notturno. Il suo lavoro sul Peccia fu talmente brillante che il suo reggimento definì il fiume “Brunt’s Brook” (ruscello di Brunt). Ricevette un incarico nell’esercito regolare, e in quell’anno venne promosso capitano. Un paio di giorni prima della sua morte, ricevemmo la sua cartolina di natale e nella sua ultima lettera ci chiese di conservargli un posto nella O.E. Cricket XI., e di prenotare un tavolo per la “May OE dinner[1]».
John Brunt nella battaglia di Faenza
Durante la battaglia di Faenza, Brunt
«Comandava un plotone di cingolette che operava vicino a Celle nella zona che fu investita dal contrattacco della 90° divisione tedesca [...]. All’alba [del 9 dicembre], il 200° Reggimento Granatieri della 90° divisione, sostenuto da alcuni carri armati iniziò l’attacco. Il settore centrale fu quello tenuto dalla compagnia del Capitano Brunt [...]. Le difese controcarro vennero distrutte e due carri armati Sherman furono messi fuori combattimento, anche la casa fu distrutta dall’artiglieria. Dopo poche ore la situazione per i Lincolns divenne critica, a casa Mendicanta il capitano Brunt con i suoi uomini, sebbene in inferiorità numerica, continuava a resistere all’attacco della fanteria tedesca. Sparando con un mitragliatore Bren, il capitano Brunt uccise 14 nemici[1]». Ricevuto l’ordine di ripiegare, i militari inglesi si ritirarono nella zona della casa Fondi di Sotto ma, quando i tedeschi sospesero l’attacco, Brunt e alcuni suoi uomini tornarono a Casa Mendicanta e «sebbene sottoposto ad un intenso fuoco di armi leggere, riuscì ad evacuare i feriti che erano stati lasciati sul posto[2]».
L’attacco tedesco riprese nel pomeriggio «costringendo i Lincolns ad abbandonare Fondi di Sotto ed a ritirarsi più su verso la Ragazzina, Rinaldina e la colonia di Castel Raniero. Il capitano Brunt allora, afferrato un mitragliatore Brenm salì su un carro armato Sherman e ordinò al comandante del carro di muoversi da un centro di fuoco all’altro, mentre egli seduto o in piedi sulla torretta dirigeva il fuoco della mitragliatrice di bordo sui tedeschi che avanzavano, incurante dei proiettili delle armi leggere che gli fischiavano intorno[3]».
La sconfitta del 200° reggimento tedesco fu da attribuire al fuoco dell’artiglieria inglese ma Brunt ebbe un ruolo decisivo nel bloccare la controffensiva nazista. Brunt venne proposto per la Victoria Cross ma non fece in tempo a riceverla. Il giorno successivo, il 10 dicembre, venne colpito a morte da una bomba di mortaio[4].
Il Capitano Brunt è sepolto nel cimitero di guerra dei caduti inglesi, a Faenza.
«Wherever the fighting was heaviest, Captain Brunt was always to be found, moving from one post to another, encouraging the men and firing any weapon he found at any target he could see. The magnificent action fought by this Officer, his coolness, bravery, devotion to duty and complete disregard of his own personal safety under the most intense and concentrated fire was beyond praise. His personal example and individual action were responsible to a very great extent for the successful repulse of these fierce enemy counter-attacks[5]».
Il video racconto di Enzo Casadio su John Brunt
Ricerche a cura di Albergi Filippo, Folli Andrea, Ghetti Lorenzo, Gieri Lorenzo, Pezzi Andrea e Piazza Anna.
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[1]The Ellesmerian, Vol. LV - February 1945 #256, p. 20
[2]Enzo Casadio e Massimo Valli, John Brunt, Victoria Cross in Gino Bertoni, Giuliano Bettoli, Enzo Casadio et al., 1943 – 1946 Faenza dall’armistizio alla Repubblica, Stefano Casanova Editore, Faenza 1996, pp. 77-80.
[3]Enzo Casadio e Massimo Valli, John Brunt, Victoria Cross in Gino Bertoni, Giuliano Bettoli, Enzo Casadio et al., 1943 – 1946 Faenza dall’armistizio alla Repubblica, Stefano Casanova Editore, Faenza 1996, p. 80.
[4]Enzo Casadio e Massimo Valli, John Brunt, Victoria Cross in Gino Bertoni, Giuliano Bettoli, Enzo Casadio et al., 1943 – 1946 Faenza dall’armistizio alla Repubblica, Stefano Casanova Editore, Faenza 1996, pp. 80-81.
[5]Enzo Casadio e Massimo Valli, John Brunt, Victoria Cross in Gino Bertoni, Giuliano Bettoli, Enzo Casadio et al., 1943 – 1946 Faenza dall’armistizio alla Repubblica, Stefano Casanova Editore, Faenza 1996, p. 81.
[6]Supplement to the London Gazette of Tuesday, the 6th of February, 1945 - 8 February 1945, p. 791