pianura

La Resistenza in pianura

Fosdondo (RE), 15 aprile 1945

Il 15 aprile i partgiani  apprendono che un notevole carico d’armi è fermo a Gazzata. S’incaricano d’andarlo a prelevare Sergio Fontanesi (Mauser) e Giacomo Pratissoli (Aldo). 

Contestualmente i fascisti effettuano un rastrellamento nei comuni di Fabbrico, Rio Saliceto e Campagnola, arrestando 25 uomini e uccidendone tre. Nel pomeriggio i militi di Bagnolo arrestano a Fosdondo Ennio Bassoli (Musco) vicecomandante delle Sap locali e si accingono a tradurlo a Correggio. I partigiani attaccano la colonna e permettono al prigioniero di fuggire.

Fascisti bagnolesi, di ritorno al presidio, si fermano a Fosdondo e cominciano a perquisire i cittadini. 

In quel momento arriva la colonna partigiana con il carico d'armi. I fascisti uccidono i due partigiani in moto che guidano il convoglio. Quelli che sono sul camion di scorta al carico aprono a loro volta il fuoco. Alcuni fascisti rimangono uccisi; gli altri si ritirano nella chiesa da dove continuano a sparare. I partigiani chiedono rinforzi e bloccano le strade per Correggio e Bagnolo. Tre camion di fascisti provenienti da varie direzioni vengono attaccati e distrutti.

A questo punto l’eco della battaglia si è ormai propagata a tutto il territorio circostante e i fascisti convogliano sul luogo tutti i reparti che nella mattinata avevano compiuto il rastrellamento: si tratta di circa 300 uomini su 12 autocarri. I partigiani vengono accerchiati e 2 vengono uccisi. 

Il comandante "Diavolo" ordina lo sganciamento. L'aiutante Angiolino Morselli "Pippo" si sacrifica perché gli altri si mettano in salvo. Da Canolo arrivano i rinforzi sappisti che consentono di salvare le armi.

Il bilancio della giornata è di cinque partigiani e due civili uccisi; i fascisti caduti sono una decina. La battaglia di Fosdondo viene unanimemente riconosciuta come il più importante fatto d’armi di tutta la resistenza nella pianura reggiana: occupa una intera giornata e vi partecipano circa 180 partigiani.


POI percorso Tutti i punti del percorso

  1. Portomaggiore (FE)
  2. Argenta (FE)
  3. Fosdondo (RE), 15 aprile 1945
  4. Villa Gavassa (RE), 15 settembre 1943
  5. Villa Cavazzoli (RE), 12 maggio 1944
  6. Pratofontana (RE), 11 agosto 1944
  7. Sant'Ilario (RE), 16 dicembre 1944
  8. Brescello (RE), 13 aprile 1945
  9. I Martiri del Senio a Lugo (RA)
  10. La strage del ponte Felisio a Solarolo (RA)
  11. Reggiolo (RE), 17 settembre 1944 e 14-17 aprile 1945
  12. Villa Sesso (RE), 17-21 dicembre 1944
  13. Villa Cadè - Ponte Cantone (RE), 9-14 febbraio 1945
  14. Cadelbosco Sopra (RE), 28 febbraio 1945
  15. Gonzaga (MN), 19 dicembre 1944
  16. Fabbrico (RE), 27 febbraio 1945
  17. San Martino in Rio (RE), novembre 1943, poi marzo-aprile 1945
  18. Canolo di Correggio (RE), giugno 1944, dicembre 1944, aprile 1945
  19. Il grande monumento alla Resistenza ad Alfonsine (RA)
  20. Anzola dell’Emilia e San Giovanni in Persiceto (BO)
  21. Mirandola, Via 5 Martiri (MO)
  22. La Baracca di Roncarolo, Caorso (PC)
  23. San Secondo Parmense (PR)
  24. Argelato (BO)
  25. La battaglia di Rovereto sul Secchia (MO)
  26. Ponte Ruffio (FC)
  27. La Borghesa di Rottofreno (PC)
  28. Medicina (BO)
  29. I ragazzi ebrei di Villa Emma di Nonantola (MO)
  30. Fiorenzuola d’Arda (PC)
  31. Altedo di Malalbergo (BO)
  32. Lo scambio di prigionieri di Limidi di Soliera (MO)
  33. Monticelli d’Ongina (PC)
  34. Fusignano (RA), gli scontri del Palazzone
  35. Casa Cervi a Gattatico (RE), settembre-novembre 1943
  36. Museo della Battaglia del Senio ad Alfonsine (RA)
  37. Cotignola Città dei Giusti (RA): una solidarietà che resiste alla guerra
  38. Martorano (FC)
  39. Soragna (PR)
  40. Mezzani (PR)
  41. Bagnile e San Giorgio (FC)