Un censimento del 1938 rivela che la comunità di Parma era composta, in quel periodo, da 134 persone: 69 uomini, 59 donne e 6 minori. Gli ebrei del parmense erano concentrati nel capoluogo, in maggioranza appartenevano alla borghesia urbana e risiedevano soprattutto nel centro della città. Il loro numero era progressivamente diminuito dalla metà dell’ottocento a causa dell’emigrazione nelle grandi città e del processo di assimilazione.
Punto di riferimento per la piccola comunità parmigiana era la sinagoga, inaugurata nel 1866 in un edificio del centro cittadino.
La discriminazione nei confronti degli ebrei italiani iniziò nel 1938 con i decreti legge a difesa della razza, per giungere al sequestro dei beni e, dopo la creazione della Repubblica sociale italiana nel 1943, all’arresto e alla deportazione in campi di concentramento e sterminio.