Il Fiume Po: il ruolo strategico e i sabotaggi dei sappisti

Percorsi extraurbani / Lungo il Po, tra guerra e Resistenza da Casale di Mezzani a Sacca di Colorno

Il Fiume Po: il ruolo strategico e i sabotaggi dei sappisti

Latitudine 44.96940362071902 — longitudine 10.377379842119998

Il Po ebbe durante i venti mesi dell'occupazione un’importanza cruciale: oltre alla secolare funzione economica e sociale, il fiume infatti divenne per i tedeschi indispensabile per i collegamenti con il Nord Italia e con la Germania: era dunque prioritario controllare e rendere agibili i ponti e i mezzi che ne permettevano l'attraversamento, che spesso furono obbiettivo militare per i bombardieri Alleati. Per garantire il buon funzionamento del ponte che da Mezzano Rondani portava a Casalmaggiore, i tedeschi fecero un uso massiccio di civili, sottraendoli dal lavoro dei campi e dalle attività produttive del paese, al punto quasi da paralizzarne la sua vita economica. I lavoratori, inquadrati nella Organizzazione Todt e sottoposti a un alto grado di militarizzazione, venivano disposti sulle due sponde per lavorare a mantenere aperta la via, per una giornata lavorativa che cominciava alle 7 del mattino e terminava alle 17, con mezz'ora di pausa pranzo.

L’affondamento e la distruzione delle imbarcazioni utilizzate dai nazifascisti fu una delle tante azioni di sabotaggio compiute dai sappisti operanti nella Bassa parmense, come riporta ad esempio il Diario della 78° Brigata Garibaldi Sap per i primi quindici giorni dell'ottobre 1944: “Occultamento da parte di Sappisti di Mezzani di materiale vario del Genio civile proveniente dalle draghe poste sul Po […] e affondamento”.

Sacca di Colorno fu più volte oggetto di queste “azioni di disturbo”, come quando, il 27 novembre 1944, venne compiuto l'ennesimo sabotaggio da parte di sappisti mezzanesi, i quali staccarono dagli ormeggi un traghetto tedesco carico di benzina e ne affondarono un rimorchiatore.


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