Parco delle Caserme Rosse di Bologna

Percorsi extraurbani / Repressione nazifascista nella pianura a nord di Bologna

Parco delle Caserme Rosse di Bologna

Dopo l'8 settembre 1943, tedeschi e fascisti individuarono nell'area periferica delle Caserme Rosse di Bologna il luogo in cui concentrare un elevato numero di prigionieri. Nei vari edifici della zona (in passato adibiti a scuola per ufficiali della Sanità) furono reclusi militari sbandati, giovani renitenti alla leva fascista, uomini e donne catturati nei rastrellamenti e, in generale, quanti erano ritenuti ostili alla Rsi. L'obiettivo primario dei tedeschi era procurarsi manodopera coatta per sostenere il proprio sforzo bellico e, a tal fine, i prigionieri potevano essere deportati in Germania o costretti a lavorare nell'Organizzazione Todt. I tentativi di fuga erano puniti con la morte. Il sacerdote don Giulio Salmi e altri con lui si adoperarono per alleviare le sofferenze dei prigionieri, sfidando la diffidenza dei nazifascisti.

Il bombardamento aereo alleato del 12 ottobre 1944, oltre a causare diverse vittime tra i reclusi, danneggiò irrimediabilmente le strutture di detenzione, mettendo così fine all'utilizzo delle Caserme Rosse come luogo del sistema concentrazionario tedesco.


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