Fascisti e tedeschi furono protagonisti di vari eccidi nel territorio di San Giorgio di Piano e la violenza non colpì solo partigiani e civili, ma anche ex militi fascisti considerati disertori.
La notte del 12 dicembre 1944, arditi della Gnr arrestarono nelle loro case nove uomini tra San Giorgio e San Pietro in Casale, quindi li uccisero e abbandonarono i cadaveri in strada. Queste esecuzioni determinarono una spaccatura tra moderati e oltranzisti del fascismo bolognese, le vittime infatti avevano lasciato unità della Gnr trasferite al nord con regolare congedo, ma il comando bolognese li considerò disertori e conniventi con i partigiani.
Il 25 gennaio 1945, militi fascisti torturarono e uccisero alle porte del comune il calzolaio Oreste Frabetti, dirigente locale del Pci.
I tedeschi, nel corso della ritirata, si resero responsabili di razzie e violenze sulla popolazione, facendo oltre dieci vittime tra gli abitanti di San Giorgio nella giornata del 21 aprile 1945. Otto fucilati per rappresaglia si ebbero al podere Dardi, dove i residenti si erano ribellati al saccheggio uccidendo un soldato.