Per giungere in Piazza Alessandro Casali si è percorsa Via Borghetto, al tempo Via Ettore Muti, dove al civico 10 stava il cuore della macchina repressiva fascista con l'Ufficio Politico Investigativo (UPI) della 83a Legione della GNR (Guardia Nazionale Repubblicana), nome in codice “Studio progetti industriali ricostruzioni edili”.
L'UPI, che fu diretto da Ottorino Ghezzi, Amedeo Pondrelli, Giulio Antonelli e Filippo Zanoni, era responsabile dei rastrellamenti assieme all'autorità germanica e degli interrogatori con l'uso dell'intimidazione e della tortura. Al civico 15, in quella che era stata la Camera del Lavoro di Piacenza, prima della “conquista” nel 1922 degli squadristi, vi era un ingresso di Casa Littoria, sede della Federazione del Partito Fascista Repubblicano e degli uffici di arruolamento per i corpi militari volontari e ausiliari della RSI.
Nel Salone Barbiellini si tenevano le riunioni alla presenza delle autorità e del Federale (Pier Luigi Pansera, Carlo Anguissola, Antonino Maccagni, Alberto Graziani).
In Piazza Casali, creata dal regime con la demolizione dei capannoni militari sul lato sud di Piazza Cittadella, si riconoscono la Casa del Mutilato, il colonnato di Casa Littoria (ex Convento del Carmine) e la Casa del Combattente.
Giornale Luce 1933: dedica della cappella votiva alla Casa dei Martiri alla presenza del Vescovo di Piacenza (Archivio storico Istituto Luce)