Nel tardo pomeriggio del 9 settembre 1943, il Generale Rosario Assanti incontra, davanti al Palazzo del Governatore, il Maggiore Habriger, e offre la resa della città che aveva cercato di resistere militarmente.
Per conquistare Piacenza, il 274° Reggimento Granatieri (94a Divisione di Fanteria) agli ordini del Generale Georg Pfeiffer, aveva dovuto combattere contro i circa 1.500 uomini dei Reggimenti di fanteria e di artiglieria (65°, 66°; 4°), del 2° pontieri, dei reparti dei Carabinieri, delle Guardie di finanza schierati a difesa delle principali direzioni d'attacco.
Gli scontri più violenti furono a Rottofreno, sul ponte di Trebbia, alla Galleana, a Sant'Antonio, sul ponte ferroviario. Ma fu a Barriera Genova, difesa dal 4° Reggimento d'Artiglieria al comando del Tenente Coperchini, che i tedeschi concentrano l'attacco e si ebbe il maggior numero di caduti.
La prima Resistenza di Piacenza contò 35/36 vittime – 30/31 militari e 5 civili; circa 50 feriti e migliaia di soldati catturati che verranno inviati in Germania nei campi di prigionia e lavoro per punire la città che aveva osato opporsi all'occupazione. I tedeschi ebbero 8 caduti e 19 feriti.