Durante la seconda guerra mondiale Comacchio conta circa 14.000 abitanti (attualmente 22.300). Dal novembre del 1943 all’aprile del 1945 sono tantissime le azioni dei partigiani nelle valli. Si è trattato di azioni di sabotaggio, di disarmo del nemico, di salvataggio di soldati alleati ricondotti fra le file partigiane organizzate sul Reno. Ad agire furono soprattutto partigiani originari di Comacchio o di paesi limitrofi, quindi con ottima conoscenza della zona, dei canali e della navigazione lagunare. Il bellissimo territorio, di terra e acqua, all’epoca ancora più selvaggio, offriva ai “partigiani in barca“ un vantaggio strategico per nascondersi fra i canneti e nei casoni, così come rappresentati nel celebre film, capolavoro del neorealismo, Paisà (1946) di Roberto Rossellini.
Poichè la città di Ferrara è teatro di una delle più dure repressioni fasciste, già a partire dall’eccidio del 15 novembre del 1943 (guardare app sugli eccidi fascisti a Ferrara), i partigiani di Comacchio e dell’Argentano, organizzati nelle due brigate Garibaldi nate lungo i corsi del Po e del Reno, la Bruno Rizzieri e la Mario Babini, agiscono in osmosi con i distaccamenti della resistenza nel ravennate.
Nell’inverno fra il 1944 e il 1945, la zona nelle immediate vicinanze Comacchio fu ripetutamente bombardata, spezzonata e mitragliata e moltissimi furono i morti e i feriti.
Comacchio viene finalmente liberata il 21/4/1945 all’interno l’offensiva generale della VIII Armata Britannica in tutto il settore della Bassa Padana.