Via Porta Brennone è stata teatro di uno dei più tragici eccidi partigiani in città.
Il 3 febbraio 1945, il Capo della Provincia Giovanbattista Caneva ordinò di fucilare quattro partigiani prigionieri, come rappresaglia a un attentato compiuto il giorno precedente in Corso Garibaldi ai danni di alcuni poliziotti fascisti.
Dopo essere stati interrogati e torturati, furono uccisi Cristoforo Carabillò di Palermo, Vittorio Tognoli di Scandiano, Sante Lusuardi e Dino Turci di Correggio.
I cadaveri furono lasciati sul posto come monito alla popolazione.
La rappresaglia fu la prima di una lunga serie in provincia di Reggio Emilia nel febbraio 1945, compiuta nel tentativo disperato di mantenere l’ordine in un territorio dove si facevano sempre più frequenti e ardite le incursioni partigiane.