Parte dell’edificio sito in corso Gastone Sozzi, allora corso Umberto I, che dal 1922 è sede della Banca Popolare, ospitava, nei primi mesi della Repubblica Sociale Italiana, anche gli uffici del fascio cittadino. Agli inizi del 1944 il comando del GAP cesenate progettò di colpire questo luogo per la sua enorme importanza simbolica. Il 18 gennaio intorno alle 18.30 (poche ore dopo il ferimento del milite fascista Ivo Piccinini in corso Cavour) un commando di 4 gappisti depositò nell’ingresso dell’edificio una bomba a orologeria, che esplose senza fare vittime, ma causando gravi danni all’edificio. L’azione partì e si concluse alla base di comando GAP situata nelle campagne della bassa cesenate. Alcune settimane dopo questo attentato la sede del Fascio fu trasferita presso il palazzo del Ridotto.
Quella sera stessa si attentò anche alla vita del vice segretario del fascio di Cesena, Pier Cesare Moreschini, che rimase ferito nella sua villa.
Successivamente furono colpite dai partigiani anche case del fascio periferiche, per vendicare le violenze squadriste subite dalle sedi dei parti democratici vent’anni prima.