Il bar centrale

Cesena / Cesena - Opposizione e oppositori al regime fascista

Il bar centrale

Il 24 dicembre 1943, poco dopo le sette di sera, un uomo che non sarà mai identificato, appartenente però ai Gruppi di Azione Patriottica di Cesena, da poco costituitisi, entrò nel “Bar Centrale” dei Garaffoni e uccise Giacomo Rolandi, detto Minon d’ Rudela, 47 anni, squadrista, repubblichino, portiere dello stabilimento Arrigoni, tristemente noto tra gli operai per la sua violenta arroganza.
Fuggendo da Corte Dandini, proseguendo per via Orefici (oggi via Fantaguzzi), all’imbocco di via Pescheria, davanti al ristorante “Torretta”, l’attentatore si imbatté in Salvatore Leto, ventenne agrigentino, allievo ufficiale della MVSN, che venne a sua volta ucciso.
L’azione ebbe una vastissima eco, perché diceva, specie agli operai, che ribellarsi era possibile.
I fascisti da allora seppero che non erano più sicuri nemmeno in Città.
La repressione non tardò: già dalla notte numerosi arresti (durante i quali venne ucciso Eugenio Magnani, 60 anni, bracciante, militante socialista), e dal 26, in coincidenza con i funerali dei fascisti uccisi, cui intervennero in massa anche i repubblichini forlivesi, altre violenze.


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