Nel giugno 1941 il Ministero dell’Interno diramò un telegramma indicante la necessità immediata di munirsi di rifugi per eventuali bombardamenti aerei. Da questa data si adibirono vari luoghi pubblici e privati a tale scopo, tanto che nel settembre 1943 vi erano rifugi al piano terra del Municipio, nel vecchio acquedotto, nei sotterranei di diversi palazzi nobiliari e chiese.
Nel gennaio 1944 venne deciso di realizzare una galleria nel colle della Rocca per una capienza di 800 persone (290 a sedere) con due ingressi, affacciati su viale Mazzoni e protetti da muro paraschegge. Il rifugio si estende per una lunghezza di 65 metri con un foro di aerazione (che poteva servire anche da uscita di sicurezza) e latrine annesse. L’illuminazione normale doveva essere affiancata anche da quella di sicurezza; inoltre vi venne ipotizzato l’impianto telefonico e, a supporto di quello idraulico, alimentato dall’acquedotto cittadino, vi doveva essere realizzato un serbatoio di accumulo.
A Cesena tra il 14 giugno 1940 e il 23 settembre 1944 la sirena dell’allarme antiaereo suonò 962 volte, la città subì 76 bombardamenti solo tra il 13 maggio e l’11 dicembre 1944.
In tali occasioni, nonostante le misure di sicurezza, si calcola che i morti furono circa 700 e 1800 i feriti.