Nel 1927 Giorgio Sanguinetti, che dirigeva la società “Arrigoni” di Trieste, acquistò il Consorzio Industrie Agrarie (CIA, fondato nel 1920 per conservare e trasformare i prodotti ortofrutticoli, ma ben presto entrato in crisi) e ne ampliò gli impianti, che occupavano l’area di fronte alla stazione.
Negli anni ’30 sotto la sua guida lo stabilimento diventò la fabbrica alimentare più importante della zona, arrivando a contare circa 5000 addetti.
Tra questi furono numerosi coloro che combatterono il fascismo con scioperi, azioni di sabotaggio e propaganda libertaria, tanto che molti operai furono perseguitati, mandati al confino o uccisi in seguito all’arresto.
Durante il passaggio del fronte gli operai riuscirono a salvare, dai bombardamenti e dalla distruzione per opera dei tedeschi in ritirata, numerosi macchinari della fabbrica, smontandoli e nascondendo i pezzi più importanti.
Nel dopoguerra la produzione entrò in crisi e la fabbrica fu teatro di lotte operaie.
Tra il 1964 e il ’67 lo stabilimento venne spostato nella zona industriale di Pievesestina liberando una vasta area che fu successivamente riqualificata assumendo negli anni ’80 l’aspetto odierno.