Durante l’occupazione tedesca di Bologna, l’Hotel Baglioni (oggi denominato Grand Hotel Majestic “già Baglioni”) diviene sede del primo comando nazista in città, in seguito usato come luogo di rappresentanza e ritrovo mondano per gerarchi fascisti e ufficiali tedeschi.
I partigiani della brigata 7a Gap individuano l’edificio come obiettivo per un attentato esplosivo capace di sfidare il presidio del territorio nazifascista nel cuore di Bologna. Un primo tentativo fallisce il 29 settembre 1944. Qualche giorno dopo i partigiani sferrano un nuovo attacco: il 18 ottobre 1944, verso l’una di notte, sei gappisti travestiti da militi fascisti e da soldati tedeschi giungono con un’autovettura a motore spento all’incrocio tra via Indipendenza e via Rizzoli. Qui notano una pattuglia tedesca che svolta in Via Manzoni e si fermano. Percorrono a piedi il portico fino ad arrivare all’Hotel Baglioni, dove sistemano una cassa contenente trenta chili di tritolo. Dopo aver acceso le micce fuggono verso la macchina, appena in tempo per sentire dietro di loro il boato dell’esplosione che fa crollare l’intera parte centrale dell’edificio.
Non si è mai saputo con precisione quanti tedeschi e fascisti morirono nell’azione. Secondo alcune versioni l’attentato costituisce una risposta all’eccidio di centinaia di civili da parte dei nazifascisti avvenuta tra il 29 settembre e il 5 ottobre 1944 nella zona di Monte Sole-Marzabotto.