L’itinerario si snoda attraverso il centro storico della città, toccando alcuni dei luoghi più rappresentativi del potere e della repressione nazifascisti dal settembre 1943 alla liberazione di Bologna, il 21 aprile 1945.
Mentre nella zona a sud di Bologna, a ridosso della fascia collinare, hanno sede prevalente i comandi tedeschi, nel cuore della città, protetto dall’autunno del 1944 dalla cosiddetta Sperrzone (zona chiusa) convivono il volto ufficiale del potere (la sede della Federazione del Partito Fascista Repubblicano a Palazzo Fava in via Manzoni e l’Hotel Baglioni scelto dai tedeschi come prima sede del Comando di piazza) e la repressione antipartigiana.
Le strade e le piazze che oggi percorriamo sono state teatro di violenze e fucilazioni di cui rimane traccia in Piazza Nettuno e nelle piccole lapidi poste nei luoghi delle esecuzioni pubbliche. Crocevia delle vicende più drammatiche è il carcere di San Giovanni in Monte, affollato di antifascisti ed ebrei, oggetto di un attacco partigiano che rappresentò una delle sfide più riuscite al presidio nazifascista del territorio.