Mario Jacchia, nato a Bologna il 2 gennaio 1896, è esponente di primo piano del Partito d’azione durante la Resistenza. Figlio di Eugenio Jacchia – avvocato triestino irredentista, radicale e massone – partecipa come volontario alla Prima Guerra Mondiale. Su posizioni nazionaliste, aderisce al Fascio di combattimento bolognese, ma le aggressioni al padre e al fratello lo portano a intransigenti posizioni antifasciste.
Le persecuzioni del regime si aggravano quando la legislazione antisemita porta con sé pesanti discriminazioni anche nella sua professione di avvocato. All’inizio del 1943 aderisce al Partito d’azione: partecipa agli scontri con i tedeschi a Roma dopo l’8 settembre 1943 e ricopre ruoli di primo piano negli organismi unitari della Resistenza bolognese. A capo delle formazioni partigiane del nord Emilia viene arrestato dai fascisti a Parma il 3 agosto 1944 mentre sta presiedendo una riunione. Consegnato ai tedeschi dopo l’arresto, di lui non si avranno più notizie.