Progettata da Ezio Bianchi fu costruita tra il 1924-1925, la stazione presenta una facciata in stile eclettico, dall’accentuato sviluppo orizzontale, organizzata su tre livelli.
La parte centrale, corrispondente all’entrata principale e al salone a doppia altezza, è enfatizzata da due torrette simmetriche che inquadrano i tre grandi archi d’ingresso. Questi ultimi sono scanditi da lesene e decorati da ghirlande di fiori in rilievo, su disegno dello scultore Roberto De Cupis, che completano il repertorio decorativo di gusto neo-rinascimentale. L’edificio si conclude ai lati con due ulteriori corpi aggettanti, nei quali si aprono due ingressi secondari ad arco, con le medesime partizioni e decorazioni della parte centrale. I marciapiedi di attesa lungo i binari, sopraelevati di 5 metri rispetto al piazzale di arrivo, sono protetti da pensiline poste su esili colonnine in ghisa, di aspetto ancora tardo-ottocentesco.
Sicuramente sovradimensionata per la città di Forlì doveva costituire una grandiosa porta d’accesso per la nuova città del Duce, da qui Forlì accoglieva le visite dei grandi del regime e dei “pellegrini” per la “Terra del Duce”. Durante gli ultimi mesi del conflitto fu oggetto di pesanti bombardamenti aerei alleati che coinvolsero l’allora zona industriale della città di Forlì.