L’edifico riflette l’architettura pubblica del primo decennio fascista in Romagna, dove si ricercava un’immagine di ordine e di aulicità propria del gusto eclettico tardo ottocentesco.
Costruito dal 1930 al 1932 l’edificio occupa un vasto isolato, con ampi spazi a giardino ad uso di palestra scoperta e si propone come un grande impianto quadrangolare, che ha come quarto lato, parallelo al viale ed opposto al lato di ingresso, una sorta di grande serra di pietra per la ricreazione al coperto.
Il progettista Arnaldo Fuzzi optò per un linguaggio conformato su stereotipi eclettici locali e su impianti planimetrici forniti dal Ministero dell’Educazione che garantivano un buon funzionamento tipologico e distributivo.
L’effetto cromatico dell’insieme oppone ad un alto basamento di cemento la calda tonalità giallo-rosata dei mattoni delle fornaci locali e la decorazione degli archi delle aperture, caratterizzati dall’alternanza di mattoni posti di coltello e da fasce in cemento. La recinzione metallica fu sostituita in tempo di guerra con materiale costruttivo autarchico.
All’indomani del 25 luglio 1943, caduta del Governo Mussolini, venne affisso sul muro della scuola un grande cartello inneggiante a Giacomo Matteotti parlamentare socialista che nel 1924 fu rapito e ucciso da una squadra di fascisti. L'agitazione politica prodotta dal suo assassinio condusse alla soppressione, da parte del fascismo, delle ultime libertà politiche.