L’architetto Cesare Valle con questo edificio (1937) coniuga monumentalità e razionalismo, poco preoccupandosi di fondersi con il circostante ambiente cittadino, monumentalizzando il portico con le caratteristiche spoglie e severe degli acquedotti romani; il rivestimento della zona basamentale in travertino contrasta con il rivestimento a cortina di mattoni rosso cupo, volutamente scelti al posto di quelli più rosati delle fornaci forlivesi.
La composizione del prospetto giocata su regolarità e rigida simmetria ricalca lo schema classico, seppur semplificato, del palazzo urbano. Attualmente sede di un istituto di credito, sulla facciata principale del palazzo si può ancora leggere l’originaria denominazione.
All’ex Istituto Nazionale Fascista di Previdenza sociale si arriva percorrendo interamente, partendo da piazza della Vittoria, quello che al tempo dei fatti si chiamava Corso Vittorio Emanuele II, poi Ettore Muti durante la Rsi, è oggi il Corso della Repubblica in ricordo dell'avvenuta costituzione della Repubblica italiana, proclamata in seguito ai risultati del referendum istituzionale del 2 giugno 1946, in cui l’86 per cento dei forlivesi votò, nel solco di una robusta tradizione repubblicana rinnovata da una vasta popolare Resistenza al nazifascismo, per la proclamazione dell’Italia repubblicana.