Via G. Rinaldi, n. 102, [la targa è posta sulla facciata incrocio via Guernica] Cavazzoli
Paolo Davoli, figura di spicco dell'antifascismo reggiano, nacque a Cavazzoli nel 1900; aderì alla FGS e poi al PCdI. Perseguitato dai fascisti, si rifugiò in Francia e rientrò definitivamente in Italia, nel 1941. Nel 1942, entrò come manovale alla Lombardini. Arrestato nell’aprile del 1943 e deferito al Tribunale speciale, venne liberato dopo il 25 luglio ’43; con l’8 settembre fu tra i primi organizzatori della Resistenza, dirigente del CLN e del Comando Piazza. Catturato fu sottoposto a tortura. Nel tentare la fuga si gettò da una finestra, fratturandosi una gamba. Lasciato senza cure, fu ricondotto alla caserma della “Muti”, dove gli venne amputato l'arto. Dopo alcuni giorni, i fascisti lo riportarono alla “Villetta”, cioè villa Cucchi – uno dei luoghi di tortura più terribili del regime fascista, in cui operarono gli agenti dell'Ufficio politico investigativo (UPI), – e ripresero a torturarlo. Il 28 febbraio 1945 venne fucilato nei pressi di cimitero di Cadelbosco Sotto assieme ad altri 9 ostaggi. Gli è stata conferita la medaglia d’argento al valor militare alla memoria.