La sede del Comune non è soltanto un edificio, ma il luogo-simbolo del potere sul paese. Il fascismo riduce al silenzio il dissenso fino alla Seconda guerra mondiale, quando la fame risveglia le masse. Già nel 1941 i manifestanti protestano contro il razionamento del cibo lanciando sassi contro il municipio. Dall’estate del 1944 la Resistenza mette in scacco l’amministrazione della RSI e il 19 luglio i gappisti uccidono addirittura il Podestà. I partigiani sono abbastanza forti da impedire al potere fascista il radicamento a Soliera. Il paese resta privo di presidi armati e il Comune viene commissariato. Gli scenari cambiano il 2 dicembre: il Commissario prefettizio di Carpi Volturno Bonacorsi autorizza la formazione di un Comitato comunale, costituito dagli esponenti del CLN locale e dai tre parroci del paese. Mentre è in corso la “Battaglia di Cortile”, è ormai chiaro che Soliera non può essere amministrata senza coinvolgere le forze della Resistenza.