Nei venti mesi dell’occupazione nazista Limidi è il principale centro organizzativo della Prima zona partigiana modenese. Le comunità di quest’area, che comprende la pianura di Carpi, Soliera, Novi e Campogalliano, sono molto attive nella lotta di Liberazione. Già nell’autunno del 1943 a Limidi la rete clandestina della Resistenza trova basi e rifugi nelle case rurali di alcune famiglie antifasciste. La stalla della famiglia Pederzoli alla Pratazzola, la “Polveriera dei Righi”, le case Bigarelli, Camellini, Lodi e Verzelloni formano una rete che culmina nella cascina di Tullio Lugli, “l’Accademia dei partigiani”. Nell’estate successiva, quando il GAP modenese diventa brigata, la Prima zona offre ai partigiani oltre 500 punti d’appoggio. Le formazioni del carpigiano, riconosciute come Distaccamento Aristide, continuano a gravitare intorno a Limidi. Tedeschi e fascisti investono il borgo e le sue campagne con violenze e rastrellamenti, ma non soffocano le azioni della Resistenza.