Negli anni della Seconda guerra mondiale questo edificio ospita il macello comunale. Per il consumo della carne non sono tempi fortunati: gli abitanti dei paesi e delle città subiscono ben presto gli effetti del razionamento. I tagli più pregiati spariscono dal mercato legale e si alzano anche i prezzi della bassa macelleria. Dopo l’8 settembre 1943 la situazione peggiora ulteriormente: l’occupazione nazista mette a repentaglio il patrimonio zootecnico dell’Emilia-Romagna, poiché i tedeschi vogliono utilizzare il bestiame per sfamare l’esercito. Per assicurarsi il favore della popolazione, le forze della Resistenza ostacolano e impediscono i raduni del bestiame. Nella seconda metà del 1944 i partigiani proteggono a più riprese le stalle di Soliera e del carpigiano. In molti casi i gappisti macellano i capi e procedono alla distribuzione della carne fra la popolazione, frenando così le razzie tedesche e fasciste.