Il mattino del 20 novembre 1944 i fascisti modenesi conducono a Limidi 60 dei 500 ostaggi catturati nel territorio di Soliera. 30 persone restano in fila accanto al muro del cimitero, mentre un plotone d’esecuzione tedesco prepara la mitragliatrice: la fucilazione è prevista per le 13. Accanto alla chiesa gli altri 30 ostaggi attendono di raggiungere la piazza di Soliera, sede del loro patibolo. Don Silvestri, parroco di Limidi e sostenitore della Resistenza, va a Carpi per convincere il vescovo a sostenere la causa degli ostaggi. Al ritorno li consola con vino, sigarette e carta per ultimo saluto. Alle 12:55, quando tutti sono ormai disperati, una staffetta annuncia che la fucilazione è sospesa: tedeschi e partigiani hanno raggiunto l’accordo per lo scambio dei prigionieri. Nella notte il Distaccamento Aristide libera gli ostaggi e i nazisti mantengono la parola, rilasciando gran parte delle persone rastrellate: solo gli uomini in età di leva vengono trattenuti per il lavoro coatto.