Case dei braccianti

Soliera / L’«Accademia» dei partigiani: Limidi e la Resistenza

Case dei braccianti

Il borgo di Limidi, fatto di case povere, non ha una piazza. I numerosi braccianti delle campagne, annoiati dalle giornate senza lavoro e asciugati dalla fame, si ritrovano nello «slargo» di fronte all’osteria di Arletti. Il fascismo li ha ridotti alla miseria e, dopo l’occupazione nazista, gli scenari peggiorano. Qualcuno deve nascondersi dai bandi militari della RSI, altri non vogliono guadagnarsi il pane lavorando per i tedeschi, molti si avvicinano alla Resistenza. Nell’estate del 1944 però i partigiani ordinano di sospendere la trebbiatura per non lasciare il grano alle forze occupanti. Per i braccianti è un momento difficile: devono rinunciare a una fonte di reddito e i sabotaggi delle macchine rischiano di provocare dure reazioni padronali. Ad agosto i partigiani autorizzano la trebbiatura ed esortano i contadini a non cedere neppure un chicco di grano ai nazisti e ai fascisti. Con questa decisione la Resistenza mantiene il sostegno di parecchi lavoratori agricoli.

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