Presso la villa del Com. Alessandro Cecchi, allora presidente dell'Ente Promozione Turistica, viene adibita, rinforzandola, una cantina a rifugio antiaereo pubblico. Viene però centrata in pieno durante il bombardamento del 28 dicembre 1943, che avviene tra le ore 11 e 30 e le 12 e 30 ed è effettuato da oltre 100 aerei americani.
È il primo e il più lungo di tre giorni di continui bombardamenti, che erano destinati alla città di Bologna, ma che a causa del tempo non favorevole vengono diretti su Rimini. I bombardamenti riducono in breve la città secondo le parole del commissario prefettizio di allora, Ugo Ughi, a una «città morta». Nello scoppio muoiono 29 persone, quasi per intero la famiglia Cecchi.