Durante la guerra e nei mesi successivi l’Arco d’Augusto (costruito nel 27 a.c. e caposaldo terminale della romana via Flaminia) si salva almeno quattro volte dalla distruzione.
Scampa ai quasi 400 bombardamenti alleati caduti sulla città; nel settembre del 1944 viene risparmiato dal Maresciallo tedesco Willi Trageser dalla devastazione per mano tedesca, che vorrebbe distruggere l’Arco per rallentare l’avanzata anglo-americana.
A Liberazione avvenuta, nell’ottobre dello stesso anno, grazie al pronto intervento dell’allora assessore Mario Macina, evita di essere utilizzato come fonte di materiale inerte per la chiusura delle enormi buche causate dagli scoppi delle bombe. Ultimo dal punto di vista cronologico è il salvataggio operato dall’ufficiale australiano James D. Woods, appassionato d’arte, che nel dicembre 1944 fa evitare l’abbattimento del monumento, questa volta minacciato dalle truppe sudafricane per accelerare il passaggio dei loro automezzi.
A coronameto del suo rulo di punto di varco, gli alleati entrano a Rimini proprio seguendo la direttrice della via Flaminia, e attraversando trionfalmente l’Arco d’Augusto.
Canadian Army Newsreel – Rimini housecleaning (Canadian Army Film Unit)